Addio a Johnny Dumfries, vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1988 con Jaguar

A 62 anni, lo comunica la famiglia

Johnny Dumfries, marchese di Bute, corse in Formula 1 con Lotus e vinse la 24 Ore di Le Mans del 1988 con Jaguar. Ci lascia all'età di 62 anni.
Addio a Johnny Dumfries, vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1988 con Jaguar

ˆ morto all’età di 62 anni e dopo una breve ma rapida malattia Johnny Dumfries, ex pilota di Formula 1 con la Lotus e vincitore della 24 Ore di Le Mans 1988 con una Jaguar XJR-9 LM. A comunicare la triste notizia è stata la famiglia: «Marito, padre, fratello, zio, figlio e nonno amato da tutti».

La carriera di Dumfries: da autista di furgoni ala 24 Ore di Le Mans

Ufficialmente chiamato John Crichton-Stuart e noto agli amici come Johnny Bute, adottò il cognome Dumfries per mantenere un basso profilo nella propria carriera automobilistica; infatti, il britannico era Conte di Dumfries, figlio del marchese di Bute, e lavorò come autista dei furgoni di Williams in Formula 1 prima di tentare la strada nell’automobilismo. Dumfries non utilizzò mai i soldi di famiglia, guadagnandosi da vivere come pittore e decoratore e risparmiando ogni centesimo per poter debuttare nella Formula Ford 1500 nel 1982, passando poi l’anno successivo nella Formula 3 britannica e ottenendo il titolo nel 1984. Con il supporto di BP, corse nella Formula 3000 nel 1985, approdando poi alla Lotus in Formula 1 nel 1986 ma senza mostrare particolari doti, offuscato anche da Ayrton Senna. Maggiori soddisfazioni invece nell’endurance, correndo con la Porsche di Richard Lloyd e la Sauber C9 di Kouros Racing nel 1987. Nel 1988 arriva il successo a Le Mans con la Jaguar assieme a Jan Lammers e Andy Wallace, vestendo poi la tuta Toyota e Tom’s per due anni prima di passare anche a Courage.

Il comunicato della famiglia

La vita di Dumfries cambiò con la morte del padre nel 1993, gestendo la tenuta di famiglia di Mont Stuart sull’isola di Bute (Scozia) fino ad oggi. Si legge nel comunicato: «Lo spirito indomito e l’energia che Johnny ha portato nella sua vita ci mancheranno moltissimo, con l’immenso calore e amore con cui ha abbracciato la sua famiglia. Il suo cuore era saldamente radicato sull’isola di Bute, dove trascorreva gran parte del suo tempo. Johnny ha presieduto il consiglio di Mount Stuart Trust dalla sua inaugurazione attiva nel 2005, quando Mount Stuart e i suoi giardini sono stati aperti al pubblico, e la sua tenuta rurale è stata conferita al trust di beneficenza. Era un modernizzatore e un pensatore ispiratore, trasformando una casa di famiglia in una struttura e una tenuta per visitatori progressista e funzionante».

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